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Luigi Lang
il più antico club velico del Mediterraneo

Yacht Club Italiano il più antico club velico del Mediterraneo Luigi Lang

Luigi Lang

Luigi Lang

13 aprile 2019

LL

Un po’ perché aveva il mio stesso nome, un po’ perché aveva un cognome ‘strano’, Lang, all’età di dieci anni, mi risultava sufficientemente esotico da permettermi di essere inserito in quelle persone che, a distanza di parecchi anni, ti rimangono nella testa. Luigi e Laura, sua moglie, erano amici degli amici dei miei. In casa mia si parlava solo e preferibilmente di cavalli, ed io, che sapevo che i Lang ‘avevano una barca’, sotto, sotto li invidiavo un po’. Da milanese che il mare, appunto, se lo sognava di notte.

Per vie diverse, a quel mare ci sono arrivato anche io, con quel nome legato ai miei ricordi di infanzia, che balenava nelle circostanze più diverse, sfogliando un libro sui 12 Metri, avendo a che fare con l’Associazione Italiana Vele d’Epoca, di cui è stato socio fondatore e Segretario Generale per oltre vent’anni, carica analoga anche all’interno del CIM - Comitè International de la Mèditerranèe -. Insomma, un’autorità nel mondo delle barche d’epoca. Un settore cui tanto ha dato e ugualmente ricevuto.

Negli ultimi anni, la vita gli aveva assestato qualche colpo basso, ma lui non aveva mollato di un centimetro. Negli ultimi anni, e qui le circostanze della vita me lo hanno fatto incontrare nuovamente, ritrovo lui e Laura nella biblioteca del club. Nessuno di noi ‘ha più la barca’, ma la passione, quella si, è uguale. Mi faccio riconoscere, nonostante la barba bianca e il fatto che non mi vedessero da quasi 40 anni, e ho così modo di apprezzarlo da vicino, di vedere da un’angolatura differente tutto il grande lavoro che stava facendo, metodico e pignolo, nella riorganizzazione di tutta quella mole di fotografie, documenti e volumi che costituiscono uno dei grandi patrimoni del Club.

A lui dobbiamo la nascita e l’organizzazione del Centro Studi del Club che proprio negli ultimi anni aveva ordinato e digitalizzato gran parte dell’archivio del YCI. Negli ultimi mesi aveva ‘preso di mira’ la biblioteca con un grande lavoro di organizzazione dei volumi e aveva quasi ultimato un indice di tutto ciò che era presente in biblioteca.

L’ultima mail che ho ricevuto dal mio omonimo è di circa due giorni fa: avevamo in animo di pubblicare sui nostri social alcuni stralci ed estratti dai nostri libri più importanti. Era a mio avviso un’ottima idea e gli ho risposto che ce ne saremmo dedicati dopo Pasqua.

Non abbiamo fatto in tempo.

Ma cerco di rimediare da qui, ora, con due righe da un volumetto del 1894 dal titolo – guardacaso – il Filonauta.

‘L’uomo primitivo, provveduto abbondantemente dalla natura e di limitate esigenze, s’abbandonava più che l’isterico d’oggidì, alla contemplazione interna di sé medesimo, trasportato dall’io che si manifestava, ricevendo e sviluppando illimitatamente le influenze dell’ambiente che lo circondava. E in uno di codesti inconsci rapimenti dell’animo inventò la navigazione, e la inventò per passatempo e curiosità.’

Fair Winds Luigi