MENU
Fair winds Bert
il più antico club velico del Mediterraneo

il più antico club velico del Mediterraneo Fair winds Bert

Fair winds Bert

Fair winds Bert

3 agosto 2022

Cari Soci,

è con dispiacere che vi comunichiamo che il 18 luglio scorso è mancato Bert Richner, uno dei più grandi fotografi di vela del mondo.

Lo YCI lo saluta e lo ricorda con le preziose parole del Socio Francesco Gandolfi.

 

“Il miglior fotografo di barche a vela del mondo con forza zero” – da questa frase autoironica chi non conosce Bert Richner ha un’immediata percezione della persona, chi come me lo conosce da quasi sessant’anni non può trattenere un sorriso di affettuosa complicità.

 

Ovviamente Bert è molto di più che un fotografo di barche immobilizzate in bonaccia; americano del Michigan aveva approfittato dei programmi governativi a favore dei veterani che avevano prestato servizio in Corea per frequentare un corso di giornalismo fotografico, al termine del quale decise di fare il giro del mondo, prima di rientrare in patria e trovarsi un’occupazione. Il viaggio si interruppe però in Europa, sulle coste del Mediterraneo, dove Bert prima pensò e poi mise in opera la decisione di diventare fotografo di barche.

 

Era una specialità ancora sconosciuta nel Mare Nostrum, c’erano sì, a Genova, a Sanremo, in qualche località della Costa Azzurra, dei fotografi professionisti che quando c’erano le regate spesso da terra e qualche volta anche dal mare, scattavano delle foto, ma i professionisti della fotografia nautica operavano altrove, su tutti i Beken in Inghilterra e i Rosenfeld negli Stati Uniti.

 

Bert si stabilì in un primo tempo nell’area del Principato di Monaco ma si rese presto conto che la clientela numericamente più consistente e anche più disposta a spendere era italiana, milanese in particolare, così, anche sotto la spinta e con l’aiuto concreto di Pierluigi Greppi, fu a Milano che fissò la sua casa e la sua base operativa.

 

Ben presto i regatanti si abituarono alla sua figura barbuta che da un canotto o da una lancia, generalmente presi in prestito perché la parsimonia di Bert è leggendaria, girava loro intorno impugnando uno stano aggeggio al quale erano fissate due fotocamere a grande formato. I pochi scatti che si potevano avere da questi apparecchi, anche se montati in coppia finivano presto, sicché in genere sul canotto o sulla lancia c’era un assistente, rigorosamente volontario (quorum ego), incaricato di preparare i dorsi con le pellicole vergini, per rimpiazzare quelli esauriti.

 

Le prime fotografie sono state in bianco e nero, e l’incisione, la profondità dell’immagine spesso evidenziata dalla costa o da un’altra barca sullo sfondo, meglio se con qualche nuvola a dare drammaticità alla scena, sono da accademia della fotografia; la prima foto di Bert che ho acquistato, il giorno che ci siamo conosciuti al Salone di Genova del 1962, è dell’Agneta di Gianni Agnelli sotto una sventolata in Costa Azzurra, e rimane a mio avviso tra le sue dieci migliori realizzazioni.

 

Quando passò al colore Bert cambiò anche i soggetti preferiti, dalle andature strette, con randa e genova, andò alla ricerca di immagini di barche con lo spinnaker – naturalmente qualche cresta bianca, qualche nuvola bella carica e uno sfondo che desse profondità rimasero caratteristiche benvenute anche nelle immagini a colori.

 

Le foto di Bert Richner che mi sono particolarmente care sono tantissime, oltre alla citata Agneta davanti a Montecarlo EA alle Regate Invernali di Genova con la neve sulle colline, Onfale, la barca della mia prima regata RORC, con lo spinnaker “venturi”, una delle innumerevoli inutilità dei velai per spillare soldi agli armatori, una di Naif e un’altra di Sumbra IV che sono nel suo libro “Mediterranean Yachts”, altre due che mi riguardano direttamente, una del 1979 e l’altra del 2008, eppure le sue opere che amo di più non sono di barche – solo con queste negli anni 60 e 70 non si campava, e Bert ha praticato molti rami della professione: le foto sono un castissimo nudo di sua moglie Annelies, che temo gli abbia dato più dispiaceri che altro, gli è stata plagiata da una casa di cosmetici e la conseguente causa e relativa transazione lo hanno molto amareggiato, e il grande pannello fotografico nell’atrio del “Palazzo della Bank of Tokyo”, in viale della Liberazione 18 a Milano.

 

Francesco Gandolfi

 

Bert Richner

22 marzo del 1933 - Detroit, Michigan

18 luglio, 2022 - Bodio Lomnago il

Lascia i figli Oliver e Karen (la moglie Annelize è mancata nel 2021)

 





 

Nelle immagini: Bert a bordo della pilotina dello YCI in occasione della Regata degli Isolotti nei primi anni Settanta (foto courtesy Francesco Gandolfi). Quindi una inedita sequenza in occasione della ventosa partenza della Giraglia nel 1980: al largo di Tolone Bert incrocia lo Scia 50 del Socio Massimo Alliata Nobili, da bordo trovano il tempo di scattargli una foto mentre lui si sta preparando a cogliere l’attimo: la terza foto.